Inquinamento Luminoso

L’inquinamento luminoso è un fenomeno in rapida crescita in Italia come nel resto del mondo, a causa dell’aumento degli impianti di illuminazione esterna sia pubblici che privati.

Descrizione

L’inquinamento luminoso è un fenomeno in rapida crescita in Italia come nel resto del mondo, a causa dell’aumento degli impianti di illuminazione esterna sia pubblici che privati, non solo da un punto di vista quantitativo ma anche in termini di potenze impiegate. Una quota di circa il 30-35% dell’energia elettrica impiegata per il funzionamento degli impianti di illuminazione esterna viene usata per illuminare direttamente il cielo. 


I primi ad interessarsi del problema dell’inquinamento luminoso furono gli astronomi (J.A. Oliver, astronomo, nel 1888 descrisse come l’uso della luce elettrica nelle città tendeva a far scomparire la luce zodiacale). Per molti anni si tentò di rimediare al problema localizzando gli Osservatori astronomici in zone sempre più elevate e lontane dai centri abitati, ma con l’avvento dei grandi telescopi ci si rese conto che l’inquinamento luminoso era in crescita continua. Solo più recentemente gli studi scientifici sull’argomento sono stati condotti, oltre che dagli astronomi, anche da illuminotecnici, progettisti, produttori e installatori di materiale da illuminazione e di impianti.
Da tali studi emerge che l’inquinamento luminoso è costituito di due componenti:
- l’immissione diretta di flusso luminoso verso l’alto e in direzione dei centri di osservazione (tramite apparecchi mal progettati, mal costruiti o mal posizionati);
- la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive, superiori a quanto necessario ad assicurare la funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato (luminanza).
Una definizione – agiuridica - di inquinamento luminoso, può essere così sintetizzata: per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volte celeste, cioè oltre il piano dell’orizzonte. Per la definizione giuridica si rimanda la capitolo “Normativa”.
L'effetto più eclatante dell’inquinamento luminoso, oltre a dei risvolti di tipo culturale, artistico, scientifico, ecologico, sanitario e di risparmio energetico, è l'aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l'Universo attorno a noi. Il cielo stellato è un patrimonio da tutelare nell’interesse nostro e dei nostri discendenti, insostituibile soggetto di ispirazione per la cultura umanistica, l’arte, la letteratura, la filosofia e la religione, fondamentale oggetto di studio scientifico, elemento di crescita educativa e didattica.
Il contenimento dell'inquinamento luminoso consiste nell'illuminare razionalmente senza disperdere luce verso l'alto, utilizzando impianti e apparecchi correttamente progettati e montati, e nel dosare la giusta quantità di luce in funzione del bisogno, senza costosi e dannosi eccessi; non significa "spegnere le luci", ma cercare di illuminare in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente in cui viviamo, operando al contempo un doveroso risparmio energetico.

Le cause e le sorgenti di inquinamento luminoso

Le principali sorgenti di inquinamento luminoso sono gli impianti di illuminazione esterna notturna, ma in alcuni casi l'inquinamento luminoso può essere prodotto anche da illuminazione interna che sfugge all'esterno, per esempio l'illuminazione di vetrine. Le sorgenti principali che possono causare inquinamento luminoso sono:
- impianti di illuminazione pubblici e privati
- impianti di illuminazione stradali
- impianti di illuminazione di monumenti, opere, ecc.
- impianti di illuminazione di stadi, complessi commerciali, ecc?
- fari rotanti
- insegne pubblicitarie, vetrine.
Le principali cause di inquinamento luminoso, oltre alle tipologie di impianto, possono essere ricondotte a:
- impianti sovradimensionati in relazione alle effettive necessità (strade di campagna o periferiche illuminate come centri cittadini)
- impianti funzionanti tutta la notte, senza possibilità di ridurre il flusso luminoso durante le ore di minor traffico (es. dalle 23 alle 6)
- impianti di monumenti con illuminazione eccessiva e/o diffusione di luce al di fuori della sagoma e non soggetti a spegnimento programmato o a riduzione del flusso
- impianti di facciate di edifici di alcun pregio architettonico (es. fabbriche, capannoni, abitazioni private, attività commerciali) erroneamente, eccessivamente e inutilmente illuminati
- impianti con corpi illuminanti non idonei al fine per il quale sono utilizzati, inclinati in modo tale da disperdere il flusso luminoso e/o abbaglianti (pericolosi)
- impianti realizzati in zone poco urbanizzate o senza una reale necessità di esistenza, o funzionanti contemporaneamente ad altri impianti, pre-esistenti, a bassa efficienza.

Impatto sull’ambiente dell'inquinamento luminoso

La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri ambientali. L'inquinamento luminoso ha molteplici effetti negativi, di tipo:
Culturale - La cultura popolare del “cielo” è ormai ridotta ad eventi particolari di tipo astronautico; perdendo il contatto diretto con il cielo l'uomo si è impoverito rispetto alle culture millenarie degli antichi popoli orientali (si pensi ad esempio che gran parte degli scolari vedono le costellazioni celesti solo sui libri di scuola, e gli abitanti delle più grandi città non vedono mai una stella).
Artistico - Passeggiando nei centri storici delle città o nelle loro zone artistiche si noterà come l'uomo, con una illuminazione esagerata, riesca a deturpare tanta bellezza (ad es. con luci e fari che illuminano a giorno le piazze). L'illuminazione delle zone artistiche e dei centri storici dovrebbe essere mirata e integrarsi con l'ambiente circostante, in modo che le sorgenti illuminanti diffondano i raggi luminosi in maniera soffusa, o come si suol dire "a raso", dall'alto verso il basso, così da mettere in risalto le bellezze dei monumenti.
Scientifico - L’astronomia è sempre più in difficoltà a causa della crescita esponenziale della brillanza artificiale del cielo. Anche a causa dell'inquinamento luminoso, gli astronomi sono stati costretti ad inviare un telescopio in orbita attorno alla Terra per scrutare i confini dell'universo. Inoltre sia gli astronomi professionisti che dilettanti, ma anche gli astrofili (amanti del cielo), per osservare il cielo, devono percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei.
Ecologico - L'illuminazione notturna ha sicuramente un effetto negativo sull'ecosistema circostante: il ciclo naturale "notte-giorno" della flora e fauna è profondamente mutato: il ciclo della fotosintesi clorofilliana, che le piante svolgono nel corso della notte, subisce alterazioni dovute proprio ad intense fonti luminose che, in qualche modo, "ingannano" il normale oscuramento; squilibri etologici (comportamentali) si osservano nei animali “notturni” come gli strigiformi ed anche le migrazioni degli uccelli che possono subire "deviazioni" proprio per effetto dell'intensa illuminazione delle città.
Sanitario - nell'uomo i riflessi sono fisiologici e psichici; la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi; sono molti coloro i quali di notte, nella propria casa, per riposare sono costretti a chiudere completamente le serrande. E’ stata dimostrata una minore produzione della melatonina (ormone per la difesa immunitaria) in persone che lavorano la notte con forte illuminazione artificiale.
Risparmio energetico – Si calcola che, per la sola illuminazione pubblica (strade, monumenti ed altro) nel 2001, sono stati impiegati in Italia circa 7150 milioni di kWh. Questo valore deve essere aumentato di circa il 5% ogni anno e ad esso va aggiunto circa un 30% circa per l’illuminazione esterna privata. Una grossa percentuale di questa potenza viene inviata, senza alcun senso, direttamente verso il cielo; si potrebbe risparmiare moltissimo con una corretta gestione degli impianti di illuminazione. Da studi recenti si è visto che, dopo l’entrata in vigore delle Legge sull’inquinamento luminoso in Lombardia e del relativo regolamento di attuazione, si è registrata un’inversione di tendenza nei consumi energetici per l’illuminazione pubblica (mentre nelle altre regioni il trend è invariato). L’uso più razionale dell’energia va nell’interesse degli utenti, in termini di pagamenti di bollette, delle comunità (si riduce il consumo di combustibili e si immette meno anidride carbonica nell’atmosfera), della ricerca e della divulgazione scientifica. 
Circolazione stradale - Un altro evidente effetto negativo di una smodata e scorretta dispersione di luce, correlato con la sicurezza stradale, è l'abbagliamento o distrazione che può essere indotto in chi è alla guida di autoveicoli. La soluzione si trova nel Codice della Strada che vieta l’uso di fari, di sorgenti e di pubblicità luminose che possono produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti.
Sicurezza dei voli - Altro non meno importante aspetto è rappresentato da alcune attività che utilizzano sorgenti luminose pericolose o fuorvianti per la sicurezza dei voli (ad esempio laser o giochi di luce per intrattenimento) nelle aree degli intorni aeroportuali, cioè che possono determinare abbagliamento dei piloti in avvicinamento ed in atterraggio o essere scambiate per luci di guida al suolo da parte degli stessi aeromobili.

La normativa

Con Legge Regionale 5 ottobre 2015, n. 31, pubblicata sul BURL n° 41 suppl. del 09 Ottobre 2015, sono state approvate le nuove “Misure di efficientamento dei sistemi di illuminazione esterna con finalità di risparmio energetico e di riduzione dell'inquinamento luminoso".

La legge 31/2015, abrogativa della precedente l.r. 27 marzo 2000, n. 17, persegue l'efficientamento degli impianti di illuminazione esterna attraverso l'impiego di sorgenti luminose a ridotto consumo e a elevate prestazioni illuminotecniche e il risparmio energetico mediante il contenimento dell'illuminazione artificiale.

La normativa regionale impone ai comuni di dotarsi di piani d'illuminazione per disciplinare le nuove installazioni e di adeguare gli impianti esistenti ai requisiti prescritti dalla legge stessa

Nel Comune di Grassobbio sono valide le disposizioni del Piano Regolatore dell’Illuminazione approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 31 del 27/07/2004

 

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